Contrappunti #4 - Sara D'Ascenzo, Vanni Lai. A seguire Tiziano Scarpa

Il libro di Scarpa ruota intorno ad alcuni temi cardine del nostro tempo, è un oggetto narrativo ad aria compressa, che resterà scolpito nella memoria di chi ha sete di verità, ma spesso subisce il contagio della sua malattia cronica: la reticenza. Elemento che pare non mancare, invece, alla grande ambasciatrice della cultura italiana, Marina Cicogna. 

D’Ascenzo ci racconta l’intensità di un’esistenza trascorsa a creare sogni, senza scendere a compromessi. Altro ambiente ma stessa tempra: Candida Mara, raccontata da Lai. Fu la prima donna del canto a chitarra che si oppose a una società maschilista e retriva. Una donna la cui storia racchiude un mistero che il protagonista cerca di svelare.
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Chi, dove, quando...

domenica 15 ottobre

OSPITI

Sara D’Ascenzo

Vanni Lai

modera: Francesca Visentin

 

A seguire:

Tiziano Scarpa

in dialogo con Alessia De Marchi

LUOGO

Auditorium Santa Caterina

ORA

ore 18.30

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Contenuti

“La verità e la biro” di Tiziano Scarpa (Einaudi)

Perché è così difficile essere sinceri? Nei rapporti umani ci si scambia di tutto: idee, fluidi, sentimenti, soprattutto molta ipocrisia. E la verità? Quanta siamo disposti ad accoglierne prima di risentirci, e quanta rimane impigliata nel non detto, o ricacciata indietro per convenienza? I mille modi in cui evitiamo di essere sinceri sono il ritratto della nostra anima: furba, ridicola, commovente, angosciata. Dirsi la verità tra adulti è pericoloso, ma tenerla per sé può fare ancora più male.

«Tutto quello che resta fuori, quello che non si può dire perché farebbe del male a chi ci vuole bene, perché potrebbe essere usato contro di noi, perché ce ne potrebbero chiedere conto, perché non è comunicabile con le parole, perché non è il caso, perché non vale la pena, perché chi me lo fa fare, perché sì, perché no, perché certe cose si sanno e non occorre dirle, perché c’era proprio bisogno di aggiungere un altro grammo alla tonnellata di dolore?, perché la vita è già pesante così, perché non era il caso di complicarla, perché…» Provate a pensare a chi, nella vita, vi ha detto davvero come stavano le cose. È un esercizio che non può lasciare indifferenti: anche se è passato del tempo può farci ancora soffrire, perfino disperare. A volte, invece, la distanza trasforma in risate le ustioni che avevamo sentito. Tiziano Scarpa, per esempio, non potrà mai dimenticare la Studentessa di Filosofia, quella compagna di università così sincera da raccontargli ogni suo tormento d’amore a letto – nel senso che glieli raccontava proprio mentre era a letto con lui. Sono pagine esilaranti e spudorate, con l’incredibile energia della rivelazione: erotica, sentimentale, a volte anche professionale. Ma la partita in gioco è di quelle che possono cambiarti la vita.

Poi c’è un secondo filo, che si intreccia al primo: una vacanza in Grecia, giorni bellissimi costellati di piccoli incidenti, imbarazzi, intimità impreviste. Seduto sotto l’ombrellone, lo scrittore annota come la naturalezza dei corpi nudi vesta l’abito stretto delle parole.

Così, tra resoconti imperdibili e aneddoti bene invecchiati in cantina, si apre una terza strada, quella più meditativa: siamo nell’epoca dell’ostentazione di sé, tutto è sempre (apparentemente) in mostra, quello che manca è un maneggevole bagaglio teorico. Setacciando le interviste di attrici ottantenni inaspettatamente impudiche – senza dimenticare la fantascienza distopica e l’osservazione di fotografie diventate iconiche – l’autore cerca le sue risposte ovunque. Per poi trovarle nel teatro greco: che ha inventato un modo tutto suo di fabbricare la verità, producendo la massima intensità attraverso il massimo dell’artificio

Quello che avete per le mani è un libro che non assomiglia a nessun altro. Un romanzo, un saggio, un memoir, o una dissertazione gioviale e serissima intorno ad alcuni temi cardine del nostro tempo. Un oggetto narrativo ad aria compressa, che resterà scolpito nella memoria di chi ha sete di verità, ma troppo spesso subisce il contagio della sua malattia cronica: la reticenza.

“La cantadora” di Vanni Lai (minimum fax)

Sulle strade polverose della Sardegna di inizio Novecento, un calesse viaggia da un paese all’altro, di festa in festa. Lo guida una vedova armata di pistola, dalla strana personalità «di fattucchiera e di dea». La Cantadora – così la chiamano – è una stella oscura, l’unica donna in grado di sfidare gli uomini nelle gare a chitarra, esibizioni che durano fino a tarda notte e in cui i cantori, per un piatto di minestra e qualche bicchiere di vino, si alternano sopra palcoscenici fatti di tavolacci davanti a piazze gremite e bercianti. Ma Candida Mara – questo il suo vero nome – possiede il dono di stregare, di piegare la volontà altrui grazie alla sua voce. L’ultimo a donarle il cuore sarà Antoni Zusepe, con il quale metterà su un allevamento di cavalli arabi destinati a corse clandestine e spericolate, arena ideale per avventurieri e assassini senza scrupoli.

Manesca e attaccabrighe, adorata e detestata, Candida Mara fu la prima donna del canto a chitarra, capace di opporsi con le sue scelte di vita a una società maschilista e retriva. Affascinante ma cancellata dalla memoria per ignoranza e vergogna, ancora oggi è una figura circondata dal mistero. A mettersi sulle sue tracce, tra la polvere degli archivi, l’omertà degli anziani e i depistaggi di strani musicologi, è uno scrittore fallito e appassionato di western.

Nella ricerca lo aiuteranno la giovane Aleni e un grammofono d’oro che sembra custodire il segreto di vecchie storie sepolte.

“Ancora spero – Una storia di vita e di cinema” (Marsilio Editori) Marina Cicogna con Sara D’Ascenzo

«Non ho mai prodotto un film per ragioni anche vagamente politiche, né mi interessava se il regista e i protagonisti fossero di sinistra o di destra. Mi premeva piuttosto che la trama e gli attori risultassero convincenti.»

Una serie di capolavori fa di Marina Cicogna un personaggio unico. Ma che cosa vuol dire essere Marina? Come si raggiunge il successo lavorando con artisti del calibro di Pasolini e Buñuel? Come si attraversano dolori indicibili e decenni vissuti da donna libera e anticonformista?

Oggi, lontana dalla sfavillante mondanità del passato e di fronte all’esperienza della malattia, sente il bisogno di raccontarsi, di accedere a quei ricordi più profondi che si evocano come scene di un film, si descrivono per immagini e, messi in sequenza, restituiscono il senso di una vita. Inizia così un viaggio nel tempo che dall’infanzia dorata al Lido di Venezia approda alle fredde stanze di un collegio svizzero, dall’America degli anni ottanta alle atmosfere del Brasile, dalla New York degli esordi agli eccessi delle notti a Los Angeles, dalle spiagge di Miami al ritorno nella sua amata Roma. Tra mondi in dissoluzione e altri in trasformazione, set turbolenti e dimore paradisiache, leggende e aneddoti si intrecciano a verità e tragedie, nel racconto incalzante di oltre ottant’anni di amicizie indissolubili – da Valentino a Jeanne Moreau, da Franco Zeffirelli a Ljuba Rizzoli –, sodalizi professionali che hanno lasciato il segno – da Giuseppe Patroni Griffi a Gian Maria Volonté, da Ennio Morricone a Elio Petri –, i flirt – da Farley Granger ad Alain Delon e Warren Beatty –, e i legami più duraturi, con Florinda Bolkan e con l’attuale compagna, Benedetta.

Nell’autobiografia di una grande ambasciatrice della cultura italiana, l’intensità di un’esistenza trascorsa non a inseguire, ma a creare sogni, senza mai scendere a compromessi.

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