Contrappunti poesia - Poesia contemporanea - Sedicesimo quaderno italiano

Presentazione de I Quaderni Italiani di Poesia Contemporanea (a cura di Franco Buffoni), che da 32 anni promuovono giovani poetesse e poeti. Saranno presenti Alessandra Corbetta con Sempreverde, Stefano Modeo con Partire da qui, Noemi Nagy con L’osso del collo e Antonio Francesco Perozzi con Bottom text.

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Chi, dove, quando...

sabato 14 ottobre

LUOGO

Sala Rosso Coletti

Complesso museale Santa Caterina

ORA

ore 17.45

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I Quaderni Italiani di Poesia Contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos Edizioni), a pubblicazione biennale, rappresentano un progetto fondamentale che da 32 anni promuove sette sillogi di sette poetesse e poeti giovani in un unico volume. Le raccolte poetiche, selezionate dai membri del Comitato di lettura, rappresentano maniere differenti di intendere la scrittura in versi e permettono di cogliere le tendenze, le inclinazioni e le priorità comuni della poesia contemporanea. Una sorta di ‘sismografo’ che registra quanto di nuovo si sta muovendo nella poesia italiana ad opera delle ultime generazioni.

Per il Sedicesimo Quaderno, di recente uscita, saranno ospiti per Contrappunti di Poesia:

Alessandra Corbetta con “Sempreverde”,
un poemetto di evidente rievocazione fiabesca, nel quale personaggi archetipici, incarnazione di atteggiamenti esemplari ma totalmente indefiniti, si muovono in uno spazio tempo privo di coordinate. La stessa bambina, intorno alla quale l’opera si sviluppa, permane in uno stato di inafferrabilità, a partire da come viene presentata: il soggetto è indeterminato, assimilabile a un non-soggetto o, viceversa, a un soggetto-multiplo, che altri ne fagocita e ne ingloba.

Stefano Modeo con “Partire da qui”
implica già nel titolo la necessità di un dove. Da dove si parte? Cosa o chi si abbandona? Quale senso assumono i luoghi? Il qui è certamente il luogo da cui si è partiti ma anche il posto che si è raggiunto e da cui bisogna, appunto, ri-partire per cominciare una nuova vita. Sradicamenti, nostalgie, adattamenti, ricostruzioni e ripensamenti attraversano questa raccolta plurale, a più voci. Come scrive Paolo Febbraro: ‘Mascherarsi, per Modeo, sembra una perplessa seconda natura: lo trovi Ulisse e Pulcinella, re itacese che riconquista esperto la propria donna e buffo vesuviano messo al palo della tortura’.

Noemi Nagy con “L’osso del collo”
compone versi che, fin dai primi due di apertura, ‘ mettono subito avanti fragilità, oggettualità e durezza, che sono appunto alcuni dei principali ingredienti di questa scrittura poetica. La fragilità, del resto, è già implicita nel titolo d’assieme, se L’osso del collo fa subito pensare alla frattura più esiziale, al rischio più estremo: la cui minaccia si prolunga, strutturando l’intera raccolta, nelle tre sezioni che ruotano attorno alle tre principali vertebre cervicali, Atlante, Asse e Prominente, suggerendosubito una sorta di esplorazione della vita colta nelle sue manifestazioni più concrete, più materiche ed essenziali’. (Fabio Pusterla)

Antonio Francesco Perozzi con “Bottom text” 
presenta una silloge che si compone di tre sezioni (installazioni, stanze e anime) e si incentra sul rapporto tra la soggettività e le dimensioni che le sono esterne, in particolare quelle dell’architettura, degli oggetti, della tecnologia e della metafisica. L’obiettivo è cercare di inquadrare, con una lingua asciutta e stralunata, la compromissione del soggetto con le realtà che lo sovrastano, determinano, sfidano.

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