Uno punto Uno: serata poetica nel nome di Ernesto Calzavara

Treviso, terra di poesia e di grandi poeti. Alcuni noti al grande pubblico, come Andrea Zanzotto, altri forse meno conosciuti ma non di minor di talento, con produzioni letterarie di grande valore, come Ernesto Calzavara.

Per far conoscere e apprezzare i poeti trevigiani di ieri e di oggi, l’associazione culturale Nina Vola ha organizzato Uno punto Uno, sabato 21 marzo 2015, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia: una serata di poesia, con tanti protagonisti, dedicata a Ernesto Calzavara, ad ingresso libero e gratuito.

Un’iniziativa che, oltre a quello del Comune di Treviso, ha ottenuto patrocini di peso: quello della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e quello del WPM, il World Poetry Mouvement, organizzazione mondiale a cui aderiscono 114 festival poetici in tutto il mondo e 1.178 poeti di 131 nazioni del mondo. E la generosa sponsorizzazione di Canova Edizioni.

A partire dalle ore 21.00, otto autori trevigiani saliranno sul palco dell’auditorium “Luigi Stefanini” per dar vita, con le loro voci, ad un crescendo di versi, alternando le composizioni dialettali di Calzavara e le proprie. Sono: Nicoletta Bidoia, Francesco Crosato, Fabio Franzin, Giovanna Frene, Isabella Panfido, Paolo Ruffilli, Francesco Targhetta, Lello Voce. La serata sarà coordinata da Paola Bellin e dai ragazzi del liceo scientifico “Leonardo da Vinci”.

La serata si configura come un’anteprima di CartaCarbone 2015, il festival letterario della città di Treviso dedicato all’autobiografia, che avrà, quest’anno, un’intera giornata dedicata proprio alla poesia con un evento speciale su Andrea Zanzotto.

I versi recitati nel corso di Uno punto Uno saranno raccolti da un editore molto sensibile e attento, Samuele Editore, che realizzerà una preziosa antologia, in copie limitate, per intenditori, a disposizione durante le giornate del festival.

«I poeti crescono e fioriscono da sempre a Treviso, fin dai tempi antichi – spiega Bruna Graziani, direttrice artistica di CartaCarbone festival letterario -: hanno lasciato tracce chiare del loro passaggio sia Dante che Petrarca (i cui figli Pietro e Francesca sono sepolti in città). Un fiorire poetico rigoglioso, che continua con i trovatori due-trecenteschi, con i rinascimentali fino a tutto il  Settecento e gli anonimi cantastorie dei filò contadini per individualizzarsi in autori con un profilo personale preciso e riconoscibile. I poeti trevigiani scrivono in lingua italiana, scrivono in dialetto, mescolano i codici linguistici, giocano ardue sperimentazioni con i suoni, il ritmo, il senso, le onomatopee. Ernesto Calzavara, nel suo modo ironico e talvolta scanzonato, è uno degli esponenti di spicco di queste sfide ai codici espressivi».

Treviso, dunque, è sempre stata abitata dalla poesia. Ricordare questo stretto legame, identitario, tra la Marca e  i versi, è l’intento di “Uno punto uno”. Nomi, cognomi, versi, per rimanere legati e non disabituarsi al bello.

Il primo nome che viene incontro è quello dell’immenso Zanzotto. Ma fra le risorgive del Sile e la Pedemontana, questo luogo di fiumi, ghiaie, argini, vigneti, campi larghi, mulini e case coi barbacani, ha dato respiro e sguardo a uno stuolo di esseri di-versi, donne e uomini, che hanno espresso in poesia la loro traccia umana. Come lo stesso Calzavara, il primo poeta in dialetto del Novecento che seppe gareggiare con i poeti delle avanguardie italiane e straniere, ma anche Comisso, Zorzi, Piccoli, Serena, Della Coletta, Porta, Ferracin, Demattè, Gallina, Cason, Albanese, Lorenzon, Montanaro, Severin, Meneghetti…. E pensiamo al circolo “El Sil”, palestra tuttora attivissima di poesia dialettale il cui “foglio” viaggia dagli anni Settanta in tutta Italia e all’estero. Pensiamo alla vitalità colta e curiosa della giovane rivista De-sidera e del suo agguerrito staff di lavoro. Ad Alberto Dubito, ABE, troppo presto andato via, e ai giovanissimi autori del Poetry Slam che ogni anno dà energia e spazio  alle voci più interessanti e rivoluzionarie della sperimentazione.

Nina Vola ha progettato l’evento “Uno punto Uno” in collaborazione con Lello Voce, presenza attenta ed attiva del panorama poetico nazionale e non solo. Sono stati invitati autori affermati, fra le voci più significative del territorio.

A Uno punto Uno seguirà Uno punto Due, che darà invece spazio agli autori emergenti, le energie poetiche nuove, il creativo che ribolle con risultati inusuali e forti fra i giovani e i giovanissimi, le cui composizioni saranno anch’esse raccolte nell’antologia poetica di Samuele Editore.

visualizza la scheda dell’evento

 

Chi è Ernesto Calzavaraernesto-calzavara

(Treviso 1907 – Venezia 2000)

Si definiva un “esploratore”, Ernesto Calzavara, uno che dopo tanto cercare ogni tanto “acciuffa qualche rara farfalla”. “La verità poetica – ha scritto infatti – non è che un’ombra di ciò che realmente il poeta vede e intuisce. L’ombra di una farfalla”.

Ernesto Calzavara è stato un grande poeta, come asserì il suo illustre conterraneo Andrea Zanzotto, soprattutto “nel conciliare il dialetto e la tradizione all’azzardo di forme sperimentali”. Sicuramente fu il primo poeta in dialetto del Novecento che seppe gareggiare con i poeti delle avanguardie italiane e straniere.

Fu grazie all’entusiasmo di alcuni poeti, redattori e amici della rivista “Baldus” (di cui Lello Voce è uno dei fondatori), che le sue opere, soprattutto quelle degli anni Settanta e Ottanta (da Come se. Infralogie del 1974 a Analfabeto del 1979, a Le Ave parole del 1984) vennero riscoperte e, come diceva lui stesso, “reinventate”.

Colpisce l’universalità del suo dialetto, capace di qualsiasi tema, che mescola domande escatologiche e risposte cariche di “umano” e “terreno”, specchio della complessità dell’esistenza dell’uomo contemporaneo.

Ernesto Calzavara nacque a Treviso il 24 agosto del 1907 e morì il 19 agosto del 2000. Trasferitosi dopo la laurea a Milano nel corso degli anni Trenta, esercitò per tutta la vita la professione di avvocato. Iniziata la sua carriera poetica verso la fine degli anni Quaranta con alcune esili plaquettes pubblicate privatamente, Calzavara s’impose all’attenzione dei critici e dei lettori soprattutto negli anni Sessanta e Settanta (ma non vanno dimenticate la raccolta Le ave parole del 1984 uscita per Garzanti e l’antologia Ombre sui veri del 1990, pubblicata congiuntamente per Garzanti e Scheiwiller e riedita nel 2001) con alcune opere in versi dove per la prima volta le tecniche e le poetiche moderne della poesia in lingua fecero irruzione nella tradizione della poesia dialettale. La sua ultima opera, Rio terrà dei pensieri, originale e composito collage di poesia, aforismi e note critiche, è stata edita da Scheiwiller nel 1996.

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