Intervista a Giulia Calore a cura di Gushmag.it

Giulia Calore, 23 anni, vive a Padova, dove studia all’Università. La sua prima pubblicazione è il romanzo Figlia di un dio svogliato (Casa Editrice CLEUP). A CartaCarbone festival letterario è intervenuta a La voce dei sentimenti ovvero: le parole per dirlo sabato 18 in Quartiere Latino, in cui, insieme a Saveria Chemotti, Annalisa Bruni, Emilia Bersabea Cirillo e Carla Menaldo, ha trattato il tema della scrittura e le donne.

Cosa ti ha spinto a scrivere? E com’è nata l’idea di questo romanzo?

Ricordo il giorno in cui decisi che avrei cominciato a scrivere: ero al secondo anno di Liceo Classico e volevo perdere peso. Non riuscendoci scrivevo le mie frustrazioni fantasiose sul diario di scuola e scopersi che oltre a venirmi bene, mi divertivo e mi sfogavo. Non che avessi veramente bisogno di dimagrire era solo una fissa tipica delle ragazzine di quell’età.

L’idea del romanzo ha preso piede un po’ alla volta dalla collaborazione con Saveria Chemotti, una donna che ho incontrato come professoressa lungo il mio percorso universitario e che mi ha insegnato moltissimo oltre ad avermi guidato nella stesura del libro. In poche parole potrei riassumere che il libro è nato perché io avevo qualcosa da dire e Saveria l’ha capito.

Pensi di scrivere ancora in futuro?

Sicuramente continuerò a scrivere in futuro, almeno nel più prossimo, oltre non vado. E’ una delle cose che amo fare di più per me. Quando posso dedicarmi qualche serata la passo scrivendo, è come una coccola che mi faccio e mi fa star bene.

C’è qualcosa di autobiografico nel tuo libro?

Il mio libro si è un’esperienza autobiografica ma romanzata e arricchita di fantasia. Il lavoro più grosso è stato oltrepassare la scrittura diaristica per approdare ad un romanzo che non fosse pura esternazione dei miei pensieri ma avesse una tensione narrativa vera e propria.

Cosa fai nella vita?

Nella vita faccio troppe cose spesso contemporaneamente e infatti sono sempre di corsa, mentre studio e cerco di finire l’università, lavoro… Anche se è più il tempo che passo a cercarlo il lavoro. Nel tempo libero cerco di dedicarmi alle persone cui tengo anche se sono un disastro a tenere in piedi i rapporti.

E cosa ti piacerebbe fare in futuro?

Non ho progetti favolosi per il futuro, non li ho mai avuti, faccio quello che il momento mi suggerisce avendo ben chiaro in mente i punti cardine che mi guidano, ovvero fare qualcosa che mi faccia stare bene e che non vincoli la mia fantasia. Scrivere è il mio futuro perciò tutto il resto va bene purché non lo ostacoli… Beh e poi nel futuro c’è ovviamente l’amore.

Ilaria Berto

Intervista pubblicata su Gushmag, media partner di CartaCarbone festival

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