Dopo la biografia romanzata su Marguerite Duras, Sandra Petrignani si è rimessa in gioco con un’altra biografia, questa volta su Natalia Ginzburg. Ieri sera a Palazzo dei Trecento la scrittrice, giornalista e blogger piacentina ha presentato La Corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, opera volta a rendere la grandezza e l’importanza di una delle figure più influenti e significative della letteratura novecentesca italiana.
Daniela Rossi, presentatrice dell’evento, ha fornito lo spunto per le approfondite riflessioni della Petrignani, che ha subito sottolineato come Natalia Ginzburg sia stata una donna di grandi contraddizioni: nata ebrea, dopo il matrimonio con il secondo marito si convertì al cattolicesimo segretamente, tanto che anche gli amici più stretti vennero a conoscenza del fatto solo al suo funerale; non si dichiarò mai femminista, ma si schierò sempre dalla parte delle donne nelle battaglie del Dopoguerra; comunista, non volle mai essere riconosciuta come tale.
Tra i vari aspetti della vita di Natalia trattati nel libro, la biografa si è soffermata in particolar modo sulla personalità intraprendente dell’autrice di Lessico famigliare, cui allude anche il titolo del libro. Petrignani ha poi ripercorso il suo minuzioso lavoro di ricerca svolto sulle case che la Ginzburg ha abitato nel corso della sua movimentata vita.
Durante la conferenza, grande rilievo ha avuto anche la figura di Leone Ginzburg, suo primo marito e co-fondatore della casa editrice Einaudi, di cui la Petrignani ha letto l’ultima toccante lettera inviata a Natalia prima di morire; momento che ha particolarmente impressionato il folto pubblico che ha reagito con un sonoro applauso.
Testo di Enrico Casagrande e Marco Eusebio